Sono una pittrice autodidatta. Ho iniziato
i primi scarabocchi (considerati dagli
addetti ai lavori interessanti) all'età
di 13 anni. A 15 anni ho vinto a Faenza,
dove frequentavo l'Istituto Magistrale
(Collegio Santa Umiltà), il primo
concorso di pittura. A 19 anni ho allestito
la prima mostra.
Ho partecipato a concorsi e ressegne artistiche,
nazionali e internazionali, aggiudicandomi
premi di corrente in diverse città
del mondo: Roma, Bologna, Ferrara, Parma,
Ravenna, Cervia, Milano, Parigi (premio
Italia 1994), Dudelange (Lussemburgo),
New York (Artexpo Manhattan 1997). Alcuni
dei miei quadri si trovano in Germania,
Lussemburgo, Francia e America. Artisti
preferiti: Macchiaioli, Impressionisti,
Fiamminghi. Dopo un lungo percorso personale
con colore ad olio su tela, sono passata
all'acrilico. Ho sempre rifiutato l'invito
di partecipare a pseudo accademie o corsi
di artisti celebri: si finisce per imitare
(e male) il loro stile senza riuscire
a trovare una propria identità
pittorica. La prossima mostra è
in programma nel 2010 dedicata alla figura
femminile nei contesti di lavoro.
Laura Stradaroli ha trasfuso
nelle sue opere le visioni soffuse d’incanto
e il mondo sereno della fanciullezza.
I suoi paesaggi ispirano serenità
e dolcezza, l’impasto del colore
è morbido, tenue, caldo, fiabesco;
la pennellata è di preferenza accurata,
paziente, amorosa per dare significazione
piena ad ogni annotazione, nell’accordo
armonico con il tutto. Anche quando si
rivolge alla figura per realizzare in
forma visiva le sue impressioni, l’operato
della Stradaroli trova ventate di umana
colloquialità. L’opera di
questa eclettica artista romagnola è
pervasa dal richiamo della sua terra,
che è componente essenziale e ricorrente
della sua pittura. Anche il colore e le
frangiature cromatiche sono tipiche di
quel paesaggio che essa evoca con commossa
e articolata figurazione".
Mario Domenico Storari (critico d’arte - Cervia)
"Rappresentazioni, quelle di Laura
Stradaroli – pennelli, tele e colori
usati con appassionata partecipazione
emotiva – di una realtà di
vita paesana riprodotta attentamente.
Artista innamorata della pittura, fin
dall’adolescenza, come un “diritto”
all’espressione e ricca quindi di
entusiasmo e di volontà vitalissimi
che accompagnano la fantasia della pittrice.
Laura “guarda” con gli occhi
del passato la sua Romagna, la campagna,
i vicoli di paese, il lavoro dei contadini,
degli artigiani, il mare, le vecchie osterie
che, dopo accurata ricerca di testi e
immagini, riproduce con fedele armonia.
Nascono così dal suo pennello ambientazioni
e figure caratteristiche, testimonianza
di un gioco “interiore” dal
quale non è assente la malinconia
e il sogno. E dal sogno si torna “ricostituiti”,
pronti per una nuova immersione nel reale,
uomini e paesaggi, che il pennello riprendere
a dipingere con la maturità progrediente
che viene dall’esercito dell’esistenza,
sintesi di “tecnica” e di
indagine dello spirito".
Prof.ssa Fanny Monti
(critico teatrale e artistico- Forlì)
"Il sapido gioco contrappuntistico
dei toni, quasi in una stesura chiaroscurale
è la dominante che sorregge la
dinamica pittorica di Laura Stradaroli,
che riesce a far cantare al colore anche
le note più sommesse e recondite
del registro, con una resa formale che
vibra sincera in ogni campitura e mette
egregiamente in risalto le risultanze
gioiose di una così singolare ricerca.
Più che concedere i favori alle
propensioni paesistiche, la pittrice le
impreziosisce con una fitta, densa e appassionata
sequenza tonale, alleggerita magari nei
fondi e amalgamata con attenta e mirata
scansione tecnica, fino ad ottenere fino
ad ottenere quel corale di vibrazioni
che si spandono libere nei sussurrati
spazi delle composizioni. Gli esterni
assumono appunto dei ruoli da comprimari
in questa ricca e vivace scenografia,
non certo condizionata da pedissequi riferimenti
al particolare e sorretta in ogni campitura
da un attento impegno strutturale. Quasi
delle narrazioni romantiche, stagionali,
ovattate oasi di arcadici silenzi, richiami
della pace agreste, sempre più
rara, introvabile e difficile da assaporare.
E' una magia sottile e continua, eco di
una vissuta gioia paesistica, filtrata
dai suggerimenti trepidi di una memoria
ed una fantasia vivace sempre ancorata
al sommesso, ma col preciso impegno di
proiettarci in una dimensione passata
e di portarci all'ascolto di quel sottofondo
di poesia che permea le visioni appassionate
della Stradaroli: una maniera assai elegante
e unica di elevare l'osservazione fino
ad attingere a quegli scrimoli poetici
che permeano la natura".
Professor Licinio Boarini
(critico d'arte - Milano)